La tregua di Natale 1914

Nelle foto,  una serie di MOC di Francesco Cutolo, aliano_bricks_land, mostra alcuni soldati tedeschi e britannici intenti a fraternizzare nel Natale 1914, sul fronte occidentale. La rappresentazione cerca di condensare alcuni aspetti salienti delle fraternizzazioni natalizie del primo inverno di guerra: le cortesie tra ufficiali, la raccolta, gli scambi di beni tra nemici, la sepoltura dei caduti, le celebrazioni liturgiche comuni e i canti augurali.

Le tregue sul fronte occidentale, nel Natale 1914, ebbero inizio in maniera spontanea. A fine dicembre, le operazioni offensive furono sospese sia per le difficoltà climatiche sia per la decisione dei comandi di non provare ulteriormente la tenuta psicofisica dei soldati, prostrati da mesi di logorante guerra di trincea. La stasi della lotta aveva agevolato le tacite intese, per la volontà delle truppe in linea di trascorrere in relativa tranquillità il periodo festivo e in ossequio alla pratica di cessare i combattimenti in corrispondenza delle ricorrenze religiose. Per risollevare il morale degli uomini, i comandi inviarono ai reparti indumenti, regali, beni di conforto (alcolici, dolciumi, tabacco) e potenziarono il servizio postale, per facilitare le relazioni con i familiari. Le gerarchie tedesche distribuirono anche migliaia di alberi di Natale a tutte le truppe, per decorare le trincee, mentre lo Stato maggiore britannico inviò a ogni soldato una scatola di metallo contenente un mazzo di carte e del cioccolato (la Princess Mary Christmas gift box).

Complice questo clima di rilassatezza, in varie zone del fronte occidentale i reparti tedeschi (specie dove erano presenti unità bavaresi e sassoni) e britannici iniziarono a scambiarsi gli auguri e a “sfidarsi” in gare di canti natalizi. Alcuni soldati, incoraggiati da questi gesti di riconciliazione, si avventurarono nella terra di nessuno, con l’approvazione e la partecipazione degli ufficiali subalterni, al fine di barattare alcolici, tabacchi, generi alimentari. In queste circostanze, furono stipulati accordi formali di cessate il fuoco per il periodo natalizio. Le tregue consentirono ai soldati di riacquistare una parvenza di normalità: era possibile passeggiare liberamente nella terra di nessuno e conversare amichevolmente con il nemico. Le intese diedero anche modo di svolgere in sicurezza i lavori per assicurare la permanenza in trincea e, soprattutto, tumulare i morti, giacenti insepolti nella terra di nessuno. Secondo alcuni testimoni, furono organizzati anche tornei calcistici. Francesi e belgi furono meno inclini a fraternizzare con i germanici, a causa della dura occupazione tedesca di parte del territorio nazionale, ma concordarono di buon grado cessate il fuoco per le festività.

Vari incontri furono impressi in foto ricordo che, nel gennaio 1915, giunsero anche alla stampa, con quella britannica che offrì ampi reportage delle tregue. L’opinione pubblica dapprima celebrò le fraternizzazioni come una dimostrazione di “cavalleria”, ma ben presto iniziò a criticarle aspramente. Gli stessi comandi avevano dapprima sottovalutato la portata di questi fenomeni, ritenendoli delle cortesie tra nemici figlie della tradizione militare, ma poi applicarono severi provvedimenti per impedirne il ripetersi. Tuttavia, a discapito dell’allarmismo dei comandi, in ampi settori del fronte le tregue si conclusero spontaneamente tra il 26 dicembre e Capodanno. Come hanno evidenziato Malcolm Brown e Shearly Seaton, autori di una pionieristica monografia sull’episodio, hanno individuato le cause della tregua e della sua breve durata nelle consuetudini belliche e nell’educazione militare dei soldati e, in particolare, degli ufficiali.

Tuttavia, la tregua del Natale ’14 fu la principale fraternizzazione verificatasi nel conflitto, ma non rimase un unicum: molte altre avvennero nello stesso teatro bellico e in altri fronti, come i Dardanelli, lo scacchiere orientale (Pasqua 1916) e sul fronte italiano (Natale 1916), benché poco documentate. In aggiunta, non bisogna trascurare quegli atteggiamenti di limitazione della violenza, meno spettacolari ma attuati dai soldati con regolarità, come i taciti accordi di “vivi e lascia vivere”, scaturiti dal desiderio di contenere l’intensità della lotta e dal disagio per la guerra. La tregua del Natale 1914 resta però l’episodio più noto nell’opinione pubblica, grazie anche al prevalere di un’interpretazione ideologica, che presenta le fraternizzazioni come manifestazioni pacifiste dei soldati contro un conflitto senza senso. Questa narrazione, risalente al primo dopoguerra, è diventata predominante dagli anni ’80, quando hanno iniziato ad essere dedicati all’episodio eventi celebrativi, libri divulgativi e di narrativa, film, nonché vari memoriali, fino all’importante Monument des fraternisations di Neuville-Saint-Vaast, inaugurato nel dicembre 2015 alla presenza del presidente francese François Hollande.

PER APPROFONDIRE

Risorse online

La tregua di Natale del 1914 raccontata da Bruna Bianchi, Rai Radio 3, 2012

The Christmas Truce of 1914: What Really Happened?, Imperial War Museum, 2020

Libri

Malcom Brown e Shirley Seaton, Christmas Truce

Marc Ferro et alii, Meetings in No Man’s Land. Christmas 1914 and fraternization in the Great War

Michael Jürgs, La piccola pace nella grande guerra. Fronte occidentale 1914: un Natale senza armi

Film

Richard Attenborough, Oh! What a Lovely War, 1969
Christian Carion, Joyeux Noël, 2005.

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